M5s, ormai è no a tutto, anche allo ius soli. Grillo sceglie di andare a destra e la rendita dell'opposizione
Dice no a
tutto. Basta rom, basta immigrati, no alla legge sulla cittadinanza agli
stranieri nati in Italia, no alle modifiche ipotizzate da due suoi fedelissimi
come Bugani, operativo della Casaleggio, e Sibilia che una volta stava nel Direttorio. Nelle
ultime 48 ore, quelle seguenti alla disfatta alle amministrative (due soli i ballottaggi
conquistati nei comuni più grandi, Carrara e Asti) il Capo politico del
Movimento scrive post a raffica certificando, nell’ordine: l’opportunismo
politico (l’analisi dei flussi spiega che il 9 per cento dei voti persi dai 5
Stelle in queste amministrative sono andati a formazioni di destra); la conseguente
sterzata a destra con la blindatura di Di Maio; la vocazione a restare forza di opposizione, che è molto più
facile, e non di governo. A meno di improbabili alleanze con la Lega. Ma al
momento è fantapolitica.
E’ una sequenza
politicamente molto eloquente quella che si dipana sul blog 5 Stelle nelle ultime 48
ore. Martedì, intorno alle 11 del mattino, viene pubblicato, a firma Movimento
5 Stelle, lo stop ai campi rom. “Stop – si legge - Questa storia si chiude qua.
Ora a Roma si cambia musica. Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le
aree abusive e le tendopoli. Chi si dichiara senza reddito e gira con auto di
lusso è fuori. Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al
seguito, è fuori. In più sarà aumentata la vigilanza nelle metro contro i
borseggiatori. Iniziamo a
chiudere i primi due di nove campi ancora presenti a Roma. Ci vorrà tempo ma iniziamo:
i campi della Monachina e La Barbuta verranno chiusi. Parliamo di 700 persone
che risiedevano qui…”.
Passano
poche ore e alle 16 di martedì 13 giugno scrive la sindaca in persona. “Roma è
sottoposta ad una forte pressione migratoria. Così non si può andare avanti. Ho
inviato nei giorni scorsi una lettera al Prefetto di Roma per chiedere al
Ministero dell’Interno una moratoria sui nuovi arrivi di migranti in città”.
Quello che la sindaca non dice è che in base al patto governo-Anci (2,5 immigrati
ogni mille abitanti) sottoscritto anche da Roma, nella Capitale e provincia sono
ospitati ad oggi 8.600 migranti per circa sei milioni di residenti in circa 70
strutture. Ma la pressione migratoria quest’anno arriverà, si teme, a 200mila
arrivi. E tutti, anche Roma, dovrà fare di più (almeno altri duemila posti).
Il primo e secondo
post si tengono. Sono uno figlio dell’altro. E’ il tentativo, riuscito, di
cambiare titoli all’argomento 5 stelle: non più sconfitti nelle amministrative
e relative analisi, ma una bella sterzata su un tema ideale per la propaganda
come quello dell’immigrazione.
Però mentre
Grillo e Raggi scrivono, i loro colleghi parlano e fanno interviste. Bugani,
fedelissimo di Casaleggio e Grillo, spiega che la sconfitta è figlia di regole
che vanno cambiate: “Basta il vincolo
del doppio mandato”; “basta il vincolo dell’età”, nei territori vanno candidati
nomi famosi e 5 Stelle al cento per cento certificati. L’ex direttorio Carlo Sibilia
spiega che “sono possibili alleanze con la Lega su rom e immigrati”. Un altro deputato
grillino, Girolamo Pisanu, attacca sia certe regole che sono “ridicoli tabù” che
la svolta a destra (“Finiremo con la
cravatta verde e io a quel punto me ne andrò”).
Tuoni e
fulmini dal fondatore. Che in giornata scrive un altro post. Categorico e
minaccioso, fino ad evocare l’esclusione, mette in fila i concetti: “1) Le
regole del Movimento 5 stelle si basano sui nostri principi e non sono
derogabili. Il limite dei due mandati è una di queste regole. 2) Chi pensa che
le nostre regole fondanti siano inutili tabù (come ha detto Pisanu) è libero di
pensarlo ed è anche libero di trovare un partito che lo candidi alle prossime
elezioni”.3) M5S non fa alleanze né con il Pd, né con la Lega, né con altri.
Quando andremo al governo presenteremo al Parlamento i nostri punti del
programma di governo”. Più chiaro di così… soprattutto, tutti zitti, ha parlato
il Capo.
Che non
contento a metà pomeriggio scrive ancora. Per dare la linea ai senatori. “Il
Movimento 5 Stelle non voterà mai la legge sullo ius soli… Quello che ci
propinano è un pastrocchio all'italiana che vuol dare un contentino politico a
chi ancora si nutre di ideologie. Concedere la cittadinanza italiana significa
concedere la cittadinanza europea, quindi un tema così delicato deve essere
preceduto da una discussione ed una concertazione con gli stati dell’Unione
Europea, per avere regole uniformi”. I senatori 5 Stelle sono
stati fino a stamani sostenitori della legge. Hanno fatto molto per toglierla
dalla commissione portarla in aula anche
senza il mandato al relatore (senza la discussione degli emendamenti). La
sterzata a destra non gli è stata comunicata. E gli è piovuta, come capita spesso,
dall’alto del sacro blog.
Nel Movimento regna il caos. Gli eletti tacciono spiazzati. In 48 ore Grillo è riuscito a non far parlare
più della crisi 5 stelle e ha impostato un nuovo programma politico. Più di
opposizione che di governo. Più a destra che a sinistra. Ma lo ha deciso solo con Davide Casaleggio. E, forse, con Di Maio che resta il candidato premier. Colui, del resto, che per primo parlò dei soccorsi in mare come "taxi per i migranti". Ma che prezzo avrà tutto questo rispetto alla base storica del Movimento?
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